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Rimborso per cessione del quinto da 3 mila euro: la storia di Giovanni

Rimborso per cessione del quinto da 3mila euro: la storia di Giovanni

Un contratto all’apparenza incontestabile e un rimborso per cessione del quinto che nessuno poteva immaginare. La storia di Giovanni, associato di ADifesa.

Quando abbiamo comunicato a Giovanni l’esito della perizia, lì per lì non ci voleva credere. Tremila euro tondi tondi, una cifra modesta ma del tutto inaspettata.

La storia di Giovanni ci ha colpito per la sua singolarità. Perché sì, le irregolarità in tema di cessioni del quinto sono più frequenti del previsto, ma il protagonista di questa storia non ne aveva alcuna idea. Era invece del tutto ignaro d’essere vittima di un istituto di credito, così come succede a moltissimi altri italiani che ogni giorno ci contattano.

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Il suo contratto era in effetti impeccabile: tassi di interesse nella norma e una rata mensile sostanziosa ma comunque nella media. Del resto, era sempre stato prudente, specie con il denaro. Dipendente alle Poste, 43 anni appena compiuti e una moglie splendida, Giovanni aveva scelto la cessione del quinto perché il suo appartamento aveva un evidente bisogno di essere ristrutturato.

«Ne ho parlato a lungo con mia moglie», ha raccontato qui nella sede di ADifesa. «Il nostro appartamento ci era stato donato dai miei genitori poco prima del matrimonio, era un immobile vecchio. Per tanti anni avevamo chiuso un occhio sui suoi difetti, ma era arrivato il momento di rimetterci le mani».

La realtà però è sempre più complicata dell’immaginazione. I preventivi presentati da professionisti e artigiani – quelli necessari insomma per mettere a nuovo l’appartamento – erano così salati che lì per lì aveva sudato freddo. «Non avrei potuto mai permettermeli con i miei risparmi, questo è sicuro. Poi mia moglie mi ha dato l’idea. Una sera a tavola mi dice: “Apriamo una cessione del quinto”. Era in effetti l’unica strada possibile».

Giovanni fa i conti: con una cessione del quinto da 250,00€ al mese, in meno di dieci anni avrebbe avuto una casa rimessa a nuovo e un debito completamente estinto. Dall’agenzia di credito, Giovanni si era fatto convincere molto facilmente. Un’ultima occhiata al contratto, soprattutto ai tassi di interesse bassi con una differenza minima tra TAN e TAEG, era bastata per prendere la decisione definitiva. Aveva firmato di corsa.

L’estinzione anticipata e inaspettata

Cinque anni dopo quella firma sul contratto, la situazione economica di Giovanni e la sua famiglia – che ora includeva anche una bambina e un cane – era decisamente migliorata.

Giovanni aveva ricevuto la promozione che aspettava da tempo, la sua busta paga era cresciuta, sfizi e capricci non erano più un problema. «Se l’idea della ristrutturazione ci fosse venuta cinque anni dopo, non ci sarebbe stato alcun bisogno di una cessione del quinto. Ma la vita è imprevedibile».

Imprevedibile tanto che, all’improvviso, si era reso conto che continuare a pagare delle rate mensili non aveva più molto senso. «I miei risparmi erano cresciuti, il mio stipendio mensile era bello sostanzioso… Insomma, ho deciso di estinguere il debito in anticipo. Nessun costo aggiuntivo dopotutto, solo un’unica grossa rata da pagare. E così ho fatto».

In soli 68 mesi (ovvero poco più di cinque anni), Giovanni aveva chiuso quindi una cessione del quinto che, per contratto, sarebbe invece durata molto di più. Tutto sommato un grande traguardo.

Una chiacchierata illuminante tra colleghi

Giovanni non è l’unico dipendente delle Poste che ha scelto una cessione del quinto. Solo nel suo ufficio ne contava almeno tre, ognuno con motivazioni diverse. C’era chi l’aveva ottenuta per comprare una macchina nuova, chi per ristrutturare la casa. Tutti comunque pagavano una rata pressoché identica, con un piano d’ammortamento abbastanza simile.

È stata una chiacchierata durante una pausa pranzo però ad accendere in lui una lampadina. «Il mio collega ha tirato fuori il vostro nome di punto in bianco. Dell’Associazione ADifesa parlava, mi disse che conoscervi gli ha cambiato la vita».

Aveva voluto indagare meglio. Sapeva poco di prestiti e finanziamenti, quella cessione del quinto era stato il suo primo approccio al mondo delle agenzie di credito. Ma tramite il suo collega aveva scoperto che non sempre gli intermediari finanziari sono onesti come fanno credere.

«Mi ha parlato di spese rimborsabili che non vengono rimborsate, di costi d’assicurazione e mediazione che non mi toccava pagare e avrei pagato lo stesso». E in effetti è così che funziona. Quasi tutti i contratti per prestiti nascondono dettagli che fanno la differenza. Il suo collega era nostro associato già da tempo, e solo grazie a noi aveva potuto ottenere un rimborso per la sua cessione del quinto.

Questo aveva spinto Giovanni a contattarci. «È vero quello che mi dicono? C’è un rimborso per cessione del quinto che mi spetta?». Al nostro team di professionisti il compito di scoprirlo.

La perizia di ADifesa e il calcolo del rimborso

La nostra Giulia è stata la prima a mettere mano all’intera documentazione. Qui in ADifesa, il lavoro di analisi e perizia è compito di esperti fiscalisti e avvocati. Ed è organizzato in questo modo:

  1. Pre-analisi iniziale per quantificare il rimborso da chiedere;
  2. Perizia tecnica per raccogliere i dati da presentare nel reclamo.

Un metodo di lavoro studiato e perfezionato con il tempo. Un metodo di lavoro di successo, che ha portato negli ultimi tre anni ad una lista di esiti positivi lunghissima.

Leggi anche La procedura di rimborso bancario spiegata bene per scoprire nel dettaglio come lavora ADifesa sulla tua cessione del quinto.

Giovanni pagava ogni mese una rata gestibile e insospettabile. L’agenzia di credito appariva irreprensibile, il suo contratto di cessione del quinto sembrava incontestabile. Ma il risultato della nostra analisi parlava chiarissimo: a Giovanni spettavano ben tremila euro di rimborso per cessione del quinto con estinzione anticipata.

Tremila euro in cifra tonda, né un centesimo in più, né un centesimo in meno.

Da quel momento in poi, il percorso è stato tutto in discesa. Se è vero che in genere è spesso necessario ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario per ottenere un riscontro, in questo caso le cose sono andate diversamente. Di fronte all’evidenza dell’errore, l’istituto di credito ha risposto alla prima lettera di reclamo.

E il bonifico di risarcimento è arrivato a pochi mesi da quella risposta.

Hai mai pensato di far analizzare la tua cessione del quinto?

L’estinzione anticipata di una cessione del quinto nasconde sempre qualche magagna. L’associazione ADifesa in sole 48 ore è in grado di dirti se è così anche per la tua, e che cifra di rimborso puoi aspettarti.

Hai mai pensato di far analizzare la tua documentazione? Potresti scoprire di essere vittima, anche tu come Giovanni, di un istituto di credito poco trasparente che ti impone di pagare più del dovuto.

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