Piano del consumatore: addio ai debiti, ecco come
Sai che il piano del consumatore può aiutarti a risanare la tua situazione debitoria e ricominciare una nuova vita?
Ti è mai capitato di sentirti schiacciato dai debiti?
È una situazione soffocante: gli associati di ADifesa ce ne parlano spesso, e sappiamo quanta fatica si fa a vivere quando i soldi da restituire sono troppi.
Per fortuna, la legge italiana offre delle vie d’uscita utili.
Una di queste è il piano del consumatore, definito anche oggi – nella normativa – come ristrutturazione del debito dei consumatori.
Dalla sua entrata in vigore, il piano del consumatore ha dato nuova speranza a migliaia di persone come te, aiutandole a riprendere il controllo della propria vita finanziaria – e di tirare così un sospiro di sollievo.
In questo articolo, ti guideremo passo dopo passo attraverso le fasi del piano del consumatore, dalla redazione del piano fino all’obiettivo che hai sempre sognato: liberarti finalmente dei debiti.
Continua a leggerci per sapere di più.
Cosa prevede il piano del consumatore?
In buona sostanza, il piano del consumatore prevede che i cittadini privati in difficoltà economiche possano ristrutturare i propri debiti – cioè, in altre parole, rinegoziarli per poterli gestire con facilità, senza farsi schiacciare dall’ansia e dalla preoccupazione.
Si tratta di una procedura di composizione della crisi (o di esdebitazione) prevista nella legge 3/2012, ovvero la legge sul sovraindebitamento (detta anche “Salva-Suicidi”), che ruota attorno a un accordo tra debitore e creditore. Di fatto, chi ne ha diritto, può proporre al creditore (per esempio la banca, ma non solo) una riduzione del debito calcolata in base alle sue disponibilità finanziarie. La proposta verrà poi messa al vaglio di un Tribunale, che deciderà se accoglierla o meno.
Parleremo meglio, più avanti, dell’iter da seguire.
Quello che ci interessa ora sottolineare è che, grazie al piano del consumatore, chiunque si trovi in difficoltà economica, può appellarsi alla legge italiana, e quindi a un giudice, e ritrovare la serenità che aveva perso.
Un diritto assodato, che purtroppo in pochi sanno di avere.
Chi può accedere al piano del consumatore?
I requisiti previsti dalla legge 3 del 2012
Prima di spiegare come funziona il piano del consumatore, è bene soffermarci sui requisiti per accedervi. Purtroppo infatti non tutti i debiti possono essere risolti con la legge 3/2012, anche se esistono delle procedure simili, stragiudiziali, che permettono comunque di ridurre il debito. 👉 Vuoi saperne di più? Leggi qui!
Ci sono perciò un paio di cose che devi tenere a mente.
Prima di tutto devi essere un consumatore, e quindi devi aver contratto dei debiti per motivi che NON sono legati alla tua attività professionale o imprenditoriale. Questo requisito esclude automaticamente gli imprenditori che, in caso di sovraindebitamento, dovranno ricorrere ad altre procedure concorsuali.
Devi poi dimostrare di essere in uno stato di sovraindebitamento – cioè in una situazione in cui hai troppi debiti da pagare ma non un reddito né un patrimonio sufficiente per pagarli. Giuridicamente, questo significa che l’ammontare del tuo debito è tale da non permetterti di risanarlo con i soldi che hai a disposizione.
È anche importante che il sovraindebitamento NON sia stato causato con dolo o per negligenza grave. Per esempio, se hai vissuto al di sopra delle tue possibilità, magari contraendo debiti pur sapendo di non poterli restituire, il giudice rigetterà la tua proposta. Questo significa, insomma, che hai diritto a ricorrere al piano del consumatore soltanto se il sovraindebitamento è dovuto a fatti imprevisti – come una malattia grave o la perdita del lavoro.
Inoltre, non devi essere coinvolto in altre procedure legali che riguardano proprio i tuoi debiti. Qualche esempio? Il concordato fallimentare, l’amministrazione controllata, etc. È vero, queste procedure legali hanno a che vedere con la gestione di un’impresa, mentre il piano del consumatore si concentra sui debiti di persone fisiche. Tuttavia questo è un requisito minimo per potervi accedere.
Oltre a questo, puoi accedere al piano del consumatore soltanto se NON hai beneficiato della legge 3/2012 negli ultimi cinque anni. Si tratta di un punto fondamentale: la legge tutela i debitori, ma cerca anche di proteggere i creditori da eventuali abusi. Dopotutto, i debiti vanno restituiti sempre – altrimenti rischia di crollare l’intero sistema economico. Il piano dei consumatori vuole risolvere i casi limite.
👉 Cerchi una soluzione semplice per ridurre i tuoi debiti? Se hai un piccolo debito che non riesci a pagare, il più delle volte basta ricorrere a una proposta di saldo e stralcio. Il saldo e stralcio è una procedura stragiudiziale, cioè un accordo tra le parti che può garantirti una riduzione del debito fino al 40%. Per saperne di più, leggi la nostra guida: Il saldo e stralcio del debito, partendo dalle basi
Infine, se hai già ottenuto i benefici del piano del consumatore in passato (prima degli ultimi cinque anni, ovviamente!), puoi farne nuovamente ricorso SOLTANTO se hai rispettato gli obblighi imposti dal giudice. In altre parole, devi dimostrare che davvero vuoi risolvere la tua situazione finanziaria – nonostante tutte le difficoltà del caso.
In sintesi, puoi usufruire del piano del consumatore se:
- ne fai richiesta in qualità di consumatore
- ti trovi in uno stato di sovraindebitamento
- non hai causato intenzionalmente l’insolvenza
- non hai usufruito della legge negli ultimi 5 anni
dimostri serietà nell’intento di risanare i debiti
Piano del consumatore e accordo di ristrutturazione.
Quali differenze ci sono tra le due procedure?
La differenza tra piano del consumatore e accordo di ristrutturazione non è troppo netta, sebbene con queste due espressioni si faccia riferimento a due procedimenti diversi.
In realtà, come abbiamo già detto all’inizio di questo articolo, il piano del consumatore viene oggi anche definito ristrutturazione del debito dei consumatori. Dunque, in linea generale, è sempre di ristrutturazione del debito che si parla. Con l’espressione «accordo di ristrutturazione» però la normativa italiana intende una procedura di risanamento dei debiti dedicata alle imprese.
Questo significa che:
- il piano del consumatore è destinato soltanto a chi ha contratto debiti come consumatore, quindi per cose come spese familiari, mutui per l’acquisto di una casa, etc.
- l’accordo di ristrutturazione riguarda invece gli imprenditori e viene trattato proprio come un “accordo”, nel senso come una negoziazione tra le parti che deve essere approvata da tutti i soggetti coinvolti.
La differenza principale sta nel metodo con cui viene rinegoziato il debito.
Con il piano del consumatore, viene fatta una proposta che verrà valutata dal giudice e – eventualmente – approvata, e resa esecutiva. I creditori, quindi, non vengono coinvolti: piuttosto devono attenersi alla decisione del giudice, senza se e senza ma.
L’accordo di ristrutturazione invece, come abbiamo detto, prevede una parte di negoziazione tra le parti – cioè include una fase di trattativa tra imprenditore e creditori.
Per questo parliamo di due procedure diverse:
- il piano del consumatore è una procedura concorsuale
- l’accordo di ristrutturazione è una procedura negoziale
In linea generale, però, sono due procedure legali che hanno lo stesso scopo: permettere a chi si trova in uno stato di sovraindebitamento di uscire indenni da questa crisi finanziaria.
Come funziona il piano del consumatore?
Se hai letto fino a qui, avrai già capito che il piano del consumatore è una procedura salva-vita: è semplice, accessibile e in grado di aiutarti concretamente a ricominciare una nuova vita, finalmente libera dal debito.
Il piano del consumatore si articola in diverse fasi, ognuna delle quali coinvolge diverse figure. Qui sotto vedremo, passo dopo passo, come funziona questa procedura di esdebitazione – e scoprirai da dove devi iniziare per risolvere i tuoi problemi con i debiti.
Come attivare il piano del consumatore?
Gli step della procedura di esdebitazione
Per poter usufruire dei benefici del piano del consumatore, gli step da seguire sono più o meno cinque. Quali?
1. L’elaborazione del piano
Il primo passo è rivolgerti a un Organismo di Composizione della Crisi (OCC), cioè a un ente autorizzato dal Ministero della Giustizia. Qui trovi l’elenco completo degli OCC in Italia. I professionisti che lavorano per loro (definiti gestori della crisi) ti aiuteranno a raccogliere tutti i documenti che servono per valutare la tua situazione finanziaria (es. le dichiarazioni dei redditi, gli estratti conto bancari, etc.). Insieme, lavorerete a un piano personalizzato che ti permetterà di coprire i tuoi debiti in modo sostenibile.
2. Il deposito del piano in Tribunale
Una volta pronto, il piano del consumatore viene depositato presso il Tribunale competente nella tua città. A quel punto, il Tribunale nomina un giudice delegato che avrà il compito di seguire l’intera procedura e di tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte. Successivamente il giudice valuterà la fattibilità del piano del consumatore: in questa fase c’è la possibilità che ti richieda delle modifiche, pur cercando di tutelare anche i tuoi intessi.
3. La notifica ai creditori
In questa terza fase, Il Tribunale notifica il piano dei consumatori a tutti i creditori indicati dal debitore. I creditori in questi hanno a disposizione 60 giorni per fare obiezioni al piano. Obiezioni che possono riguardare: la fattibilità, l’ammontare dei debiti o altre questioni relative alla procedura. Se nessuno solleva obiezioni entro i 60 giorni, si passa in automatico allo step successivo.
4. L’udienza e l’omologazione
Il giudice fissa un’udienza in Tribunale per discutere le obiezioni presentate dai creditori. A quel punto, valuterà il piano nel suo complesso: ne verifica così la fattibilità e la sua capacità di soddisfare creditori – ma si concentrerà anche sulla tua situazione finanziaria. In altre parole, in questa fase, il giudice stabilisce se il piano è adatto al tuo livello di indebitamento, soprattutto in relazione al tuo reddito e al tuo patrimonio.
5. L’esecuzione finale
Se il piano viene approvato dal giudice, allora si procederà con l’esecuzione. In altre parole, in quest’ultima fase, entri in gioco tu: dovrai pagare i tuoi debiti secondo le modalità che tu stesso hai proposto tramite l’OCC.
Una procedura alternativa al piano del consumatore? Esiste, e puoi attivarla tramite l’Associazione ADifesa!
Se vuoi provare a ridurre il totale dei tuoi debiti, senza però infilarti in una procedura concorsuale (insomma, senza andare in Tribunale), esiste un metodo alternativo che si chiama saldo e stralcio.
Il saldo e stralcio è una negoziazione tra le parti: da un lato ci sei tu, con i debiti che fatichi a pagare; dall’altro lato i tuoi creditori (banche, aziende, etc.) che si trovano a gestire un recupero crediti difficile. Grazie al saldo e stralcio, puoi far valere le tue motivazioni e ottenere una riduzione del debito fino al 40%. Ma solo se decidi di affidare il tuo caso a figure competenti.
L’Associazione ADifesa, per esempio, lavora da tanti anni al fianco di debitori in difficoltà – aiutandoli anche rinegoziare la somma di denaro da restituire in accordo con i creditori. In altre parole, ADifesa porta avanti per te una trattativa con i creditori, e ti permette così di trovare una soluzione soddisfacente sia per te che per le aziende o le banche che aspettano i tuoi soldi.
Il saldo e stralcio di un debito è la strada da percorrere se:
- hai problemi economici ma NON sei in sovraindebitamento
- non hai voglia di aspettare i tempi lunghi di un Tribunale
- se devi risolvere UN solo debito (es. un prestito personale)
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