Come riconoscere la pubblicità ingannevole delle banche
La pubblicità ingannevole delle banche può trasformare il tuo contratto di prestito in un problema imprevisto e insostenibile. Scopri come reagire.
Firmare un contratto di prestito e sentirsi fregati.
È la sensazione che provano moltissimi clienti di banca che scelgono un prodotto finanziario (es. un prestito personale o una carta revolving) sulla base di una proposta poco onesta. O, meglio, di una pubblicità ingannevole.
Nonostante sia chiaro, oggi, che una pubblicità in qualunque forma deve essere dettagliata e trasparente, specie quando si parla di soldi e risparmi, in Italia ogni anno le sentenze per pubblicità ingannevole sono centinaia: un chiaro segnale che le imprese (ma anche le banche!), quando trovano un modo per prendere in giro i clienti, lo fanno con molto piacere pur di guadagnarci.
La pubblicità ingannevole interessa anche i prestiti bancari.
Come forse già saprai (se hai letto l’art. 117 del TUB), le banche sono obbligate per legge alla massima trasparenza. Trasparenza che si applica anche alle pubblicità dei prodotti finanziari, dentro cui devono essere esposti con chiarezza i termini e le condizioni indicate nel contratto, soprattutto riguardo i tassi di interesse e le spese bancarie.
Vediamo allora in questo articolo come riconoscere la pubblicità ingannevole sui prestiti, e cosa puoi fare per tutelarti.
Quando una pubblicità sui prestiti è ingannevole?
Si parla di pubblicità ingannevole quando le informazioni pubblicizzate sono fuorvianti o, addirittura, false. Questo vale anche per le pubblicità di prestiti, mutui o altri prodotti finanziari. In altre parole, se la pubblicità di un prestito ti induce in errore (es. proponendoti tassi di interesse più bassi rispetto a quelli effettivamente applicati), è certo che sei di fronte a una pubblicità ingannevole.
Per intenderci, una pubblicità ingannevole:
- omette dati fondamentali, come il TAEG o il TAN
- promette condizioni irrealistiche o troppo vantaggiose
- non indica eventuali limiti, restrizioni o scadenze
e, più in generale, viola la normativa stabilita con il Testo Unico Bancario, il Codice del Consumo e altre disposizioni relative alla pubblicità trasparente e alla concorrenza leale.
Come riconoscere una pubblicità ingannevole?
Considera questo: se hai visto la pubblicità di un prestito che promette tassi di interesse bassissimi e rate super convenienti, un prestito che – diciamo la verità – sembra “troppo bello per essere vero”, ecco: quasi certamente non è vero. È un inganno bello e buono.
Ma come si fa a capire se una pubblicità è veramente ingannevole? Ci sono alcuni segnali da tenere d’occhio. Per esempio:
- il tasso di interesse che ti propongono è molto più basso rispetto alla media di mercato. È probabile che ci siano costi nascosti o condizioni particolari che non ti sono state spiegate bene.
- l’offerta della banca è limitata nel tempo, in altre parole scade a breve e devi decidere in fretta. Questa è spesso una tattica: in questo modo, sei portato a prendere una decisione affrettata senza valutare bene tutte le opzioni.
- la pubblicità è troppo vaga e generica, non è chiara sui dettagli del prestito, né su quanto ti costerebbe accettare la proposta. Aspetti come il TAEG o il TAN, le spese aggiuntive o le modalità di rimborso sono informazioni essenziali.
- ci sono troppe promesse di guadagno facile. Il che è impossibile, siamo onesti: nessuna banca ti regalerà mai dei soldi né potrai mai risolvere i tuoi problemi finanziari in pochi giorni.
Ricorda: una pubblicità ingannevole cerca di farti credere che il prestito sia più vantaggioso di quanto non sia in realtà. Quindi devi aprire bene gli occhi: informarti, leggere, confrontare il tuo prestito è un’ottima strategia per evitare fregature.
Ecco cosa rischia la banca in caso di pubblicità ingannevole
Ovviamente, la banca non è libera di fare come le pare. Le pubblicità ingannevoli sono illecite, e quando un istituto di credito cede al suo successo immediato (e disonesto) può incorrere a non pochi problemi. Quali?
Una delle conseguenze principali è l’imposizione di sanzioni pecuniare da parte delle autorità competenti. In Italia, questo compito è affidato a AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Le sanzioni di AGCM variano in base alla gravità del caso e possono essere anche molto elevate (fino a multe da milioni di euro nei casi più gravi).
Oltre alle sanzioni economiche, le autorità di vigilanza finanziaria, come Banca d’Italia per esempio, possono adottare misure più severe contro una banca che viola le regole. Potrebbero quindi decidere di imporre restrizioni operative o di avviare indagini più approfondite sull’istituto. In casi estremi, possono essere richiesti cambiamenti nella governance o nei processi interni per garantire una maggiore trasparenza.
L’aspetto più interessante è che, in caso di pubblicità ingannevole, quindi di violazione della trasparenza bancaria, è però un altro: se viene accertata la presenza di una pubblicità ingannevole con condizioni economiche vantaggiosissime, il giudice può decidere di applicare le condizioni economiche pubblicizzate, ai sensi dell’art. 117 comma 7 del Testo Unico Bancario.
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Art. 117 TUB, così ti proteggi dai prestiti poco chiari
28 Agosto 2024
Ricapitolando, una banca rischia:
- multe salatissime
- interventi regolatori
- perdita di reputazione
- azioni legali
- ricalcolo degli interessi
Un ricalcolo degli interessi che sarebbe, in questo caso, tutto a tuo vantaggio per fortuna.
Cosa fare in caso di pubblicità ingannevole (ai danni del tuo contratto)
Se sospetti di essere vittima di una pubblicità ingannevole legata al tuo contratto di prestito, la prima cosa da fare è mantenere la calma: ci sono diversi percorsi che puoi seguire per ottenere giustizia.
Innanzitutto, raccogli tutte le prove (es. la pubblicità in questione, il tuo contratto e la documentazione relativa). Con questi elementi in mano, puoi deciderti di rivolgerti all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) per segnalare la pubblicità ingannevole oppure – se hai anche subìto un danno economico – puoi consultare anche un avvocato o un’associazione consumatori per valutare un’azione legale o un risarcimento.
Il sistema di tutela dei consumatori in Italia è solido. La legge è sempre dalla parte del consumatore, e se vuoi agire per avere giustizia hai diversi strumenti a disposizione. La scelta di un’associazione consumatori, in particolare, può rivelarsi la più efficace in termini di successo e di risparmio.
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